... una giornata che si dovrebbe fare spesso ...
L'appuntamento è alle sette e un quarto a prendere il mito, uno dei tre giornalististi di tennis più importati d'Italia: Gianluca Atlante. La fortuna, già ci bacia, nonostante una pioggia davvero torrenziale, riusciamo a trovare parcheggio, proprio davanti alla stazione. Dopo la solita tragicomica fila, di routine, alla stazione dello Scalo, biglietto Intercity per Napoli, sul treno lettura dei quotidiano, qualche telefonata a chi di dovere ... e si arriva a Napoli Stazione. La sorpresa è grande, dall'ultima volta che ero stato a Napoli, in treno. Rivoluzione assoluta: bella, pulita, sorvegliata. Sinceramente non me l'ha aspettavo. Aspettiamo la vera icona del tennis organizzativo mondiale: Vittorio Selmi. Per lui sono Osvaldo. L'Eurostar arriva alle 10.20. Puntuale, no, dieci minuti di ritardo. Vittorio è un fuoriclasse vero, manager dell'atp tour, quarantanni di tennis, sulla memoria, chiunque lo vede, lo ferma e lo abbraccia, lui è da anni il vero amico di Roger e Rafà, si avete letto bene, Roger e Rafà, perchè tutti amanti e non amanti, sono il tennis. Vittorio, pratico, ha chiamato Sasà, mica volete pensare, che con due personaggi simili: Selmi e Atlante, si vada alla Riviera di Chiaia, con la metropolitana. Infatti Sasà, è puntuale, è già lì, pronto. Si sale sulla Panda e si parte, e in macchina i ricordi di Sasà a Saliburgo all'Opera, che non capiva. Sasà, è lo zio di Potito Starace, anche lui tennista di eccelso livello, uno dei migliori servizi del mondo. Potito, convocato da Corrado Barazzutti, a Napoli, è la prima riserva.
La sorpresa più grande è vedere via Caracciolo, chiusa al traffico, per la Coppa Davis, uno spettacolo unico, una bellezza straordinaria, difficile da capire per chi non ama Napoli.

Terminata la partita di Seppi, Andreas, una netta vittoria con il giocatore meno dotato che ho mai visto giocare in Davis, al meraviglioso trio è bastato attraversare la strada, camminando sul bellissimo parco per arrivare alla Pizzeria da Salvatore a Mare. Vittorio naturalmente pratico, preciso, pragmatico, efficente, ci ha preceduto, verificando che ci fossero posti liberi. Pizza buonissima, leggerissima, croccante, mozzarella filosa e densa, pomodoro di conserva freschissima. Una pizza straordinaria, di assoluto livello, digeribilissima.Tant'è che alle otto di sera, ancora non avevamo fame e eravamo leggeri come le libellule.
Poi siamo ritornati al tennis, la pioggia del primo pomeriggio a ritardato l'inizio della partita di Fognini. Abbiamo aspettato che la pioggia dicesse, che il suo spazio era terminato e ha dato la tregua consetendo l'inizo della partita. Nel frattempo, Atlas è ritornato nella sua sala stampa e ai suoi traffici telefonici, Victor è andato nell'uffici degli organizzatori e io sono rimasto nella club house, e insieme al padre di Fognini, ascoltavamo un sedicente vigile del fuoco di Napoli, che cercava di intruffolarsi nel ristorante, il buon Fognini, che aveva capito tutto se nè subito andato e io ad ascoltare il tipo, che alle otto e mezza doveva essere a Castellamare dall'avvocato perchè gli avevano truffato 180.000 euro e che domani mattina (oggi) doveva andare ad Aprilia a comprare una macchina, perchè un'amico gliela vendeva assicurata. Insomma, cose partenopee.
Fognini a iniziato alle quattro ed ha incontrato un cileno, un certo Capdeville, n. 167 del mondo, buon servizio, buon rovescio, ottimo dritto. Ebbene il Fogna, uno dei migliori talenti del circuito, alle sette e un quarto ha costretto l'arbitro a sospendere la partita per oscurità. Ogni tanto un giorno da coglioni capita a tutti, oggi è capitato a Fognini. Speriamo che oggi ristabilisca la verità tecnica.
Saluto Victor, che si reca all'Exelsior, con la Starace - Fognini tribù, insieme al buon Atlas, prendiamo la strada del ritorno, metrò a Margellina, poi diretto per Roma, con fermata a Latina. Arrivo 22.30. Alle 23 e 15 ero già a dormire.






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