lottare contro il buon senso



Da alcuni mesi, insieme ad alcuni amici sto sostenendo un’importante battaglia per la protezione e la tutela dell’ambiente nella zona della Valle dell’Astura.
Una battaglia nata per combattere l'apertura di un nuovo impianto di compostaggio, in via Mascarello, che poi in un verificarsi di eventi quasi boccacceschi, ha visto le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone, l'interramento dei rifiuti tossici e nucleari, l'autorizzazione per un nuovo impianti di separazione meccanica dei rifiuti, i risultati di controversie analisi dell'Arpa, di tavoli di trasparenza per finire agli arresti di proprietari e manager che gestivano uno dei due siti di Borgo Montello.
Una battaglia difficile, perché affrontata in condizioni di notevoli difficoltà ambientali. Il tutto si sta compiendo in un clima di grande difficoltà relazionale, di reciproche avversioni personali e ideologiche.
La cosa più sconcertante è il silenzio della classe dirigente, che è visibile solo se chiamata in causa, avendo di fatto, sancito un tacito accordo di silenzio – assenso.
Una classe dirigente, molta brava a muoversi in maniera ambigua, ha porsi in modo conveniente a secondo dell’evento che ne scatena la causa.
Questo modo di agire, così contradditorio, ha creato delle divergenze e dei distinguo all’interno di alcuni membri attivi dei comitati. In un ambiente così frammentato e di fatto marginalizzato, stanno sguazzando vari interpreti dei più disparati pensieri filosofici, pronti a infilarsi, in ogni vicolo che si apre per giungere al centro della piazza e sparare le proprie cartucce.
Un comportamento poco intelligente, poco furbo e francamente anche un po’ maldestro di cercare una visibilità e un tornaconto per eventuali rendite future, che probabilmente si riveleranno poco probabili.
E’ chiaro che di fronte alla legittima esigenza di visibilità, di chiunque, pensa che questo sistema lo appagherà della devozione alla causa, si rileva una mancanza di affidabilità personale e di poca responsabilità dei soggetti stessi, chiunque sia, da che parte siano.
Credo che sia opportuna una maggiore consapevolezza che questa battaglia, non è una politica, né d’interessi personali, è soltanto un impegno culturale di molte persone, che finalmente stanno prendendo coscienza che il valore del territorio, passa attraverso la difesa della salute pubblica e personale, attraverso la sua tutela del territorio e della sua storia millenaria, attraverso la protezione dei posti di lavoro, attraverso il riconoscimento e la testimonianza del valore delle persone che hanno lottato per il benessere della nostra terra, lasciandoci in dote il ricordo di un impegno passionale e mai strumentale. Cito non a caso, Don Cesare Boschin.

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